RICORSO PENSIONI

Alcune precisazioni ed utili indicazioni.

Dopo l’avvio della nuova fase del ricorso c.d. “Pensioni”, voglio fare alcune precisazioni e dare delle utili indicazioni.
Avevo già evidenziato (anno 2008) che la presente iniziativa andava ad affiancare l’attività posta in essere dalle Organizzazioni sindacali e dalle Rappresentanze militari, da sempre sensibili al problema delle pensioni dovute agli appartenenti al Comparto Sicurezza e Difesa.
E ho altresì chiarito che la posizione sostenuta in alcuni scritti (critici e fortemente scettici) - cioè quella di attendere una soluzione politico-legislativa - è pienamente legittima, ma non la condivido. A distanza di quindici anni, invero, poco o nulla è stato fatto in quella direzione, ed è prevedibile che niente si farà nel prossimo futuro percorrendo solo quella strada.
Quello che è certo, invece, è che nel frattempo molti lavoratori sono andati in pensione con un trattamento economico ridotto rispetto ai loro colleghi che, magari per pochi mesi, sono rimasti nel sistema di calcolo retributivo; ed altri ci andranno (presto o tardi) con forti penalizzazioni dal punto di vista monetario. E questo è un dato incontrovertibile, che mi è stato peraltro testimoniato in molte e-mail ricevute.
Ed allora, voglio sottolineare che con la proposizione dei ricorsi (e l’emanazione delle relative pronunce), si è tentata un'alternativa giudiziaria: valida ed efficace, nel senso da me indicato nella missiva che ho inviato. Per la cui prosecuzione, si dovranno attivare delle nuove e diverse procedure.
Procedure che sono state chiaramente indicate in sentenza dallo stesso Collegio giudicante (Sezione Prima Bis del T.A.R. del Lazio – Roma), e che senza l'avvio della precedente fase giudiziale, non avremmo avuto certezza di intraprendere in maniera adeguata (vedasi, al riguardo, il fallimento di similari ricorsi presentati da altri sempre presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio - Roma, e le relative sentenze: la n. 10560/2009 e, da ultimo, la n. 3995/2010).
L'ulteriore fondo spese ed i connessi accordi economici, sono stati stabiliti proprio a questo scopo. Invece di riproporre il precedente accordo (50 euro a titolo di fondo spese e 50 euro in caso di esito positivo delle vertenze), si è inteso chiedere complessivi 50 euro, a saldo di ogni ulteriore pretesa. Quanto all'ulteriore (e non previsto in precedenza) accordo economico (quello del 10% ...) opererà solo nel caso in cui sarà corrisposta una somma a titolo di risarcimento danni, per gli anni pregressi in cui non si potranno sospendere gli effetti della legge di riforma ovvero vedere riconosciuti i benefici dell'istituendo fondo pensione. Ed i risultati di questa specifica iniziativa non potranno estendersi a chi non avrà partecipato al relativo ricorso.
Ebbene: tutto ciò si potrà condividere o no, certo, ma questa è (e rimane, ci mancherebbe altro!) una libera scelta individuale. Per quanto mi riguarda (lo ho ribadito più di una volta), posso garantire soltanto il mio impegno (come sempre, d'altronde!).
E qualche risultato, la presente iniziativa, lo ha già raggiunto. Molti assistiti, invero, hanno preso conoscenza del problema ed hanno potuto far correggere la loro posizione previdenziale presso l’Amministrazione di appartenenza, soprattutto dopo la proposizione del ricorso.
Ho anche precisato, che coloro che sono stati assunti a far data dall'1.1.96 - quindi dopo l'entrata in vigore della legge di riforma Dini - sono stati i più penalizzati: sono stati assegnati, invero, al sistema di calcolo c.d. "contributivo" del trattamento pensionistico futuro; che, secondo le previsioni INPDAP, consentirà loro di percepire (solo) una pensione media pari a circa il 50% dell'ultimo stipendio (a fronte dell'85% attuale, calcolato con il sistema c.d. “retributivo”).
Quanto al termine indicato, è stato chiarito che ha natura meramente ordinatoria: lo si è apposto, cioè, per meglio organizzare l’iniziativa. Chi lo desidera, quindi, potrà ancora aderire.
Coloro che sono andati in pensione ovvero transitati in altre Amministrazioni (Ministeri o Presidenza del Consiglio) dovranno invece attendere la pubblicazione della specifica documentazione di interesse.
Con viva cordialità.
Roma, 3 maggio 2010
Avv. Roberto Mandolesi