INDENNITA' DI COMANDO
Com’era prevedibile, l’emanazione del Decreto che ha individuato le (poche) posizioni di comando ha creato un legittimo malcontento tra i diretti interessati. Gli Ufficiali e i Sottufficiali esclusi - alcuni dei quali titolari di Reparti e/o Corpi aventi funzione strategica e con organico superiore al minimo previsto, non comprendono, a ragione, la logica che ha ispirato la scelta effettuata dai Ministeri. E sono scesi sul piede di guerra, minacciando, per il mio tramite, denunce e ricorsi vari.
Tuttavia, non bisogna farsi prendere dall’emozione e dallo sconforto, ma decidere con estrema lucidità, analizzando con ottimismo la situazione venutasi a creare.
E allora, è certamente un grosso successo l’aver ottenuto, per la prima volta, dopo più di nove anni di inutile attesa, il riconoscimento del diritto alla percezione dell’indennità di comando anche per gli appartenenti all’Arma dei Carabinieri e alla Guardia di Finanza.
Tanto che, bisogna dirlo (con estrema onestà), se non fossimo in un periodo difficile per l’economia nazionale, probabilmente sarebbe stato adottato l’originario decreto (quello del Commissario ad acta, che prevedeva circa 11.000 posizioni utili). La scarsità dei fondi a disposizione, invece, ha portato a una scelta diversa, che, allo stato, non appare irreversibile, ben potendo il relativo capitolo di spesa essere rifinanziato, anche con riferimento agli anni precedenti (arretrato).
Lo stesso dicasi riguardo al mutato metodo di calcolo del trattamento pensionistico (e il connesso problema del mancato avvio della c.d. previdenza complementare) – per la cui regolamentazione pende un ricorso collettivo, di prossima definizione –; ovvero per l’illegittima introduzione del c.d. tetto salariale – per l’annullamento del quale sarà presto avviata un’analoga iniziativa giudiziaria –.
La dura (e vincente) azione legale, da un lato, e la ferma (e indipendente) attività parasindacale svolta dalla Rappresentanza militare, dall’altro, hanno prodotto (e produrranno ancora nel prossimo futuro) ottimi risultati in termini di riconoscimento dei sacrosanti diritti degli Operatori del Comparto Sicurezza.
D’altronde, le più rilevanti conquiste economico/salariali nel mondo del lavoro sono sempre state ottenute dopo dure proteste e lungimiranti pronunce della Magistratura.
In quest’ottica, posso garantirvi il mio impegno, come sempre.
Con viva cordialità.
Roma, 21 ottobre 2011
Avv. Roberto Mandolesi